Villa Del Principe - Palazzo Di Andrea Doria

4 Sala di Psiche


Sala di Psiche

La sala di Psiche è stata pesantemente colpita dai bombardamenti del 1944 che ne hanno distrutto buona parte del soffitto, ricostruito durante il recente restauro ma ovviamente rimasto privo di decorazione. Nelle lunette è raffigurata la vicenda di Psiche e Amore, narrata nel II secolo dopo Cristo da Apuleio nel suo Asino d’oro. Secondo il mito, la bellissima Psiche venne amata da Eros, ma quando la fanciulla accese una lucerna per rischiarare il buio della notte e guardare il volto del proprio amante, una goccia d’olio cadde sulla spalla del dio che si svegliò e la abbandonò. Sottoposta a crudeli prove da Venere - che tra l’altro le consegnò un’ampolla ordinandole di riempirla con l’acqua dello Stige, il fiume infernale - Psiche superò ogni ostacolo e infine, resa immortale, si unì all’amato per l’eternità. La sala custodisce le effigi di Andrea Doria e dei suoi più immediati successori in linea dinastica. Tra Cinquecento e i primi anni del Seicento la famiglia diede i natali a grandi ammiragli che si distinsero nella difesa della cristianità dall’avanzata turca nel Mediterraneo, in stretta alleanza con la corona spagnola.

Ritratto di Andrea Doria

Si tratta del più celebre ritratto di Andrea Doria, realizzato su tavola da Sebastiano del Piombo nel 1526 su ordine di papa Clemente VII, per celebrare la nomina dell’ammiraglio genovese a comandante supremo della flotta pontificia. Andrea è raffigurato all’età di sessant’anni in un austero abito nero, con la berretta di ammiraglio sul capo. Sotto la figura è rappresentato un fregio all’antica nel quale sono effigiati sei trofei navali, ripresi da una decorazione marmorea del I secolo avanti Cristo attualmente conservata al Museo Capitolino, che probabilmente alludono alle sei galee messegli a disposizione dal Papa. Stilisticamente l’opera è di gran pregio. La finissima modulazione di grigi e neri conferisce il massimo risalto agli unici elementi pittorici di colore vivo: il volto di Andrea e la mano che indica gli emblemi del fregio sottostante.

Ritratto di Giannettino Doria

Privo di discendenti diretti, Andrea Doria aveva designato quale proprio erede Giannettino, figlio del cugino Tomaso. Il giovane fu protagonista di una brillante carriera in mare, culminata con la cattura al largo della Corsica del feroce ammiraglio corsaro Dragut. Nel 1547 cadde vittima della congiura dei Fieschi, ucciso da un colpo d’archibugio non lontano dal palazzo. Il dipinto, probabilmente opera di Francesco Salviati, ritrae il giovane Doria in atteggiamento fiero con la mano destra sul fianco mentre la sinistra impugna la spada.

Ritratto di Giovanni Andrea I con il cane Roldano

All’età di soli sette anni, Giovanni Andrea I, a seguito della morte del padre Giannettino, fu indicato da Andrea Doria come suo diretto successore. Nel ritratto, eseguito tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento, l’erede del Principe è raffigurato all’età di circa sessant’anni, con l’abito dei Cavalieri di San Giacomo della Spada. Alle sue spalle, si scorgono alcune galee impegnate in battaglia: una chiara allusione al suo rango di “generale del mare”. In primo piano è raffigurato il molosso Roldano, dono del re Filippo II come testimonianza della fedeltà dei Doria. Il ritratto è probabilmente opera di Alessandro Vaiani, un artista fiorentino attivo a Genova verso la fine del Cinquecento.

Ritratto di gentiluomo con moneta (Andrea II Doria?)

Recenti studi hanno portato ad ipotizzare un’attribuzione a Lavinia Fontana, pittrice bolognese, per questo ritratto di gentiluomo tradizionalmente creduto Andrea II Doria. Primogenito dell’ammiraglio di Lepanto, sposò nel 1592 Giovanna Colonna, nipote di Marcantonio. La nobildonna romana fu probabilmente mediatrice dell’arrivo a Genova di Michelangelo Merisi da Caravaggio nell’agosto 1605. Andrea II iniziò giovanissimo a praticare l’attività marinara: in seguito vi rinunciò a favore del fratello Carlo, duca di Tursi, per cui chiese la nomina a generale della squadra navale di Genova. Il nobile è raffigurato con una moneta nella mano destra, la sinistra sull’elsa della spada, un’armatura riccamente ornata alle spalle e un cane al fianco.