Villa Del Principe - Palazzo Di Andrea Doria

14 Sala dei Sacrifici


Sala dei Sacrifici

La  sala dei Sacrifici prende il nome dalle Scene di sacrificio agli dei pagani dipinte da Perino del Vaga all’interno della stanza. Nei pennacchi sono raffigurate una serie di divinità, tra cui Minerva e Anfitrite, Giunone e Venere, Giove, Apollo e alcune allegorie della Fama. Ai quattro angoli sono dipinte allegorie delle Quattro Stagioni. Il tema religioso che caratterizza l’apparato decorativo della stanza è espresso con un linguaggio classico, coerente con l’impianto generale del palazzo, e allude con ogni probabilità alla pietas di Andrea Doria, difensore della fede cristiana contro i turchi. Nella Stanza dei Sacrifici sono esposti tre importanti arazzi, che facevano parte di una serie dedicata ai mesi dell’anno e all’alternanza delle stagioni. All’interno delle sale sono inoltre presenti due ritratti: San Carlo Borromeo,

legato a Giovanni Andrea I Doria da una fitta relazione epistolare e da legami parentali, di autore ignoto e il cardinale Gerolamo Gastaldi,

forse dipinto da Giovanni Maria Morandi con l’intervento di aiuti. 

Gli arazzi dei Mesi

La serie completa, appartenente ad un ciclo tessuto a Bruxelles intorno al 1525, era composta da dodici arazzi, tre dei quali fanno ancora parte della collezione Doria: Gennaio, Febbraio e Agosto. I teleri presentano un elemento centrale circolare in cui sono raffigurate le divinità che la tradizione mitologica associava ai mesi; intorno ad esse si sviluppano illustrazioni delle attività, in particolare agricole, connesse ai diversi periodi dell’anno. Esternamente al cerchio, sono raffigurati i venti, alcune divinità minori e altre scene legate alle vicende del mese.
Nell’arazzo di Gennaio è raffigurato il segno zodiacale dell’Acquario. Giano bifronte, la divinità che dà il nome al mese, è protagonista della scena principale, rappresentata nel grande medaglione centrale. Il dio, seduto ad una tavola imbandita, è elegantemente vestito secondo la moda rinascimentale e tiene nella mano sinistra le due chiavi del tempio a lui dedicato. A sinistra, davanti al tavolo, è raffigurato Bacco, a destra è visibile Cerere, con i capelli cinti da una corona di spighe. Negli angoli superiori compaiono Giunone, sul carro trainato dai pavoni, ed Iride, la divinità alata messaggera degli dei.
L’arazzo dedicato al mese di Febbraio presenta, al centro della fascia circolare superiore il segno dei Pesci. Nel medaglione centrale, appare la divinità Februa, la figura femminile con lo scettro d’oro che simboleggia i riti di purificazione caratteristici del mese di febbraio nell’antica Roma. Tutt’intorno, scene di vita quotidiana con donne che filano la lana, un bimbo che soffia sulla brace, un uomo che si scalda davanti al camino, un cavaliere che spinge la slitta su cui è seduta un’elegante signora.
Il terzo panno è dedicato al mese di Agosto. Al centro della fascia circolare è raffigurato il segno zodiacale della Vergine, che appare come una regina vestita di rosso. Nella parte superiore del medaglione centrale, compare Cerere, dea del raccolto e dell’abbondanza, che sovrasta scene di vita contadina. Sulla sinistra, un uomo batte il grano a piedi nudi, mentre vicino a lui due donne con i propri figli simboleggiano la fertilità; a destra, un giovane sorregge una cesta piena di chicchi. All’esterno del medaglione, in alto a sinistra, appare “Segesta”, la divinità latina dei campi invocata nel periodo del raccolto.