Villa Del Principe - Palazzo Di Andrea Doria

6 Sala di Apollo e Pitone

Sala di Apollo e Pitone

La piccola sala di Apollo e Pitone reca nelle lunette episodi tratti dal primo libro delle Metamorfosi di Ovidio. La decorazione, deteriorata e di difficile interpretazione, è stata di recente restaurata, recuperando una parziale leggibilità dell’insieme. In particolare, nella seconda lunetta del lato dal quale siete entrati nella stanza è riconoscibile la figura di Apollo che saetta ed uccide il mostro Pitone, un enorme serpente generato dalla Terra dopo il diluvio universale scatenato da Giove per punire l’umanità.

Ritratto del Cardinale Infante Ferdinando

Il ritratto del Cardinale Infante Ferdinando, terzo figlio di Filippo III di Spagna, costituisce un’opera di grande interesse sia per la qualità del dipinto sia per l’importanza del soggetto raffigurato. Nominato Arcivescovo di Toledo all’età di dieci anni, l’Infante divenne Cardinale l’anno seguente. Nel 1633, in qualità di Governatore dei Paesi Bassi, fece sosta a Genova, ospitato dai Doria. Cinque anni prima, Rubens aveva eseguito un ritratto del Cardinale di cui furono realizzate più versioni, come accadeva spesso per le effigi di personaggi di tale rango. La più nota, dipinta dal grande pittore di Anversa, è conservata presso l’Alte Pinakothek di Monaco. La tela Doria è una variante della medesima opera, eseguita con ogni probabilità nella bottega di Rubens, con il possibile intervento del Maestro per la realizzazione delle parti più impegnative.

Ritratto di Francesco II Sforza

Questo ritratto di Francesco II Sforza, secondogenito di Ludovico il Moro e Beatrice d’Este, è caratterizzato da una storia piuttosto complessa. Il quadro, di cui esistono altre due versioni coeve, è riconducibile a un prototipo perduto: un ritratto del duca eseguito da Tiziano. In alto, sulla sinistra del dipinto, compare un’iscrizione che identifica il soggetto raffigurato come Marco Antonio Landi, avo di Polissena Landi, moglie di Giovanni Andrea II Doria. La scritta è stata chiaramente sovrapposta in epoca successiva, allo scopo di “reimpiegare” il ritratto per raffigurare un personaggio diverso. A distanza di un secolo, forse smarrito il ricordo dell’identità dello Sforza, i Doria vollero celebrare l’antenato Landi riutilizzando un quadro già presente nella collezione di famiglia